Monitoraggio dell’inquinamento luminoso

Il cielo notturno è una delle poche cose di cui l’umanità ha sempre goduto. Gli antichi passavano molto più tempo di noi a osservare il cielo, e grazie alle loro osservazioni è nata la moderna astronomia. Fino a epoche recenti, chiunque poteva ammirare la volta celeste e provare meraviglia per ciò che vedeva.

Per la maggior parte di noi, tutto questo rischia di diventare un lontano ricordo; il ricorso massiccio e incontrollato all’illuminazione artificiale sta rendendo il cielo stellato una merce sempre più rara. Dai nostri centri urbani si possono osservare a occhio nudo solo una decina di stelle brillanti, oltre alla luna e i pianeti; il resto delle meraviglie del cosmo ci sono precluse, a meno di spostarsi in luoghi bui, lontani dalle città e scomodi da raggiungere.

In zone buie le nuvole appaiono scure rispetto al cielo di sfondo; in presenza di inquinamento luminoso, le nuvole brillano a causa della luce riflessa (Christopher Kyba and Ray Stinson, CC BY-SA 3.0).

In concreto, l’inquinamento luminoso consiste in una luminosità di fondo che forma delle “cupole” di chiarore in corrispondenza di centri urbani o altre aree a forte illuminazione (es., parcheggi, centri sportivi, aree industriali, ecc.). Una corretta illuminazione è utile e importante; tuttavia, è altrettanto importante evitare sprechi di energia e limitare l’impatto sulla natura.

L’inquinamento luminoso produce danni economici e ambientali che interessano tutti, non solo chi (per lavoro o per passione) osserva il cielo notturno. L’osservatorio astronomico “Vanni Bazzan” fa parte di una rete per il rilevamento dell’inquinamento luminoso grazie al supporto dell’associazione Veneto Stellato che ha fornito un sensore professionale (Unihedron SQM-LE) installato sulla terrazza all’interno di un contenitore stagno. 

Sky Quality Meter (SQM) installato presso l’osservatorio astronomico “Vanni Bazzan”

Il sensore è puntato verso lo zenit e misura la brillanza del cielo notturno. Grazie a software appositamente sviluppato dal Gruppo Astrofili Polesani, i dati vengono raccolti e inviati periodicamente all’ARPAV che successivamente li rende accessibili al pubblico su questa pagina.

Il Gruppo Astrofili Polesani fornisce in questo modo il proprio contributo per sostenere l’importanza di una corretta illuminazione pubblica e privata, coniugando comfort, sicurezza e tutela di un bene comune spesso sottovalutato: il cielo stellato.