Beta Monocerotis: la stella tripla che non ti aspetti

NomeCostellazioneStagioneMag. AMag. BMag. CSep. ABSep. BC
Beta MonocerotisUnicornoInverno4.625.005.327.24″2.53″
Fonte: stelledoppie.it

L’Unicorno (in latino, Monoceros) è una debole costellazione, visibile durante il periodo invernale, che confina tra le altre con le ben più famose Cane Minore, Gemelli, Orione e Cane Maggiore. Non contiene stelle brillanti, per cui tende a passare inosservata rispetto alle costellazioni vicine ben più prominenti. Questo è un peccato, perché nell’Unicorno sono presenti molti oggetti interessanti come l’ammasso aperto NGC 2264 detto “ammasso Albero di Natale”, molto in tema con il periodo festivo. Tuttavia non è di questi oggetti che vogliamo parlare qui, ma di una vera e propria “gemma” della costellazione, ossia la stella Beta Monocerotis.

Beta Monocerotis (Beta Mon) si trova a circa 600 anni luce di distanza da noi e ha magnitudine 3.7; curiosamente è leggermente più brillante di quella che dovrebbe essere la stella più brillante della costellazione, Alfa Monocerotis (magnitudine 3.9). Sebbene Beta Monocerotis sia visibile a occhio nudo, potrebbe essere difficile da trovare in presenza di inquinamento luminoso o cielo poco limpido. Fortunatamente, in questo periodo è possibile sfruttare alcuni allineamenti favorevoli con altre stelle brillanti come Procione, Sirio e Betelgeuse.

L’immagine in alto mostra la porzione di cielo in direzione Sud-Est visibile dal Nord Italia alle ore 00:00 del 31 dicembre 2024 (per la mappa aggiornata cliccare qui). Si vede come Beta Mon si trovi circa alla stessa altezza di Procione, e circa in verticale rispetto a Betelgeuse. Questo significa che chi possiede un piccolo telescopio con montatura altazimutale (è il tipo di montatura più semplice, che consente di muovere lo strumento in verticale e in orizzontale, come nei cavalletti fotografici) potrà puntare Procione e quindi muovere lo strumento verso destra fino a quando Beta Mon entra nel campo visivo. Alternativamente, si può puntare Betelgeuse e spostarsi verso il basso.

Ma cos’ha di particolare questa stella per meritare tutte queste attenzioni? Osservata a bassi ingrandimenti non si noterà niente di particolare, se non il solito puntino luminoso; tutte le stelle, tranne il Sole, appaiono come punti di luce se osservate al telescopio.

Aumentando gli ingrandimenti, però, si nota che non è una stella singola, ma un sistema di tre stelle denominate Beta Monocerotis A, B e C. Le tre componenti sono legate gravitazionalmente tra di loro, il che significa che sono in orbita l’una rispetto alle altre. Le stelle doppie o multiple non sono una rarità: si stima che circa metà delle stelle visibili a occhio nudo abbiano una o più compagne, visibili con un telescopio o a volte anche con un semplice binocolo.

La tabella seguente mostra le masse e le luminosità assolute delle componenti di Beta Mon, prendendo il nostro Sole come unità di (M indica la massa del Sole e L la sua luminosità).

ComponenteMassaLuminosità assoluta
Beta Mon A 7 M3200 L
Beta Mon B6.2 M1600 L
Beta Mon C6 M1300 L

Si vede come le componenti siano molto più massicce del nostro Sole (da 6 a 7 volte), e migliaia di volte più luminose.

Rappresentazione artistica di come apparirebbe Beta Monocerotis ad alti ingrandimenti.

William Herschel, lo scopritore di Urano, ha osservato Beta Monocerotis nel 1781, definendola “una delle più belle viste del firmamento”. La componente A è quella che appare più luminosa, e in prossimità di essa si trovano le componenti B e C più deboli.

Non è facile osservare distintamente le tre componenti: la coppia BC è separata da A da circa 7 secondi d’arco (un secondo d’arco è 1/3600 di grado, che è circa l’angolo sotteso da una moneta da 2€ a 5 Km di distanza), mentre le componenti BC sono separate tra loro da poco più di 2 secondi d’arco. Serve quindi un telescopio con una buona risoluzione a ingrandimenti elevati (minimo 130, meglio 200). Fortunatamente, strumenti del genere sono ampiamente alla portata degli appassionati, come ad esempio i telescopi portatili che il Gruppo Astrofili Polesani ha acquisito un po’ di tempo fa.

Venite a trovarci in occasione delle aperture al pubblico dell’osservatorio per scoprire con noi altri sistemi stellari.